Illuminare la cucina: qualche piccola regola

Posted By: Studio Luce In: Light design On: Comment: 0 Hit: 776

Una cucina ben illuminata è cruciale. Le cucine, infatti, non sono solo lo spazio deputato alla cottura degli alimenti, ma sono anche una delle stanze più utilizzate, sia come spazio “sociale” o come zona di transito. Inoltre, una giusta illuminazione è funzionale anche per valorizzare l’arredamento e rendere tutto più armonico. Ovviamente esistono anche aspetti funzionali, per questo dobbiamo cercare la giusta visibilità che ci renda più facile e veloce le azioni quotidiane come riporre o trovare oggetti negli scaffali, tagliare e sminuzzare con maggiore sicurezza e controllare il grado di cottura dei cibi. Inoltre, se disponiamo di una cucina dalle dimensioni ridotte, una buona illuminazione m e può persino rendere l'aspetto di una cucina più.

Progettare l’illuminazione

Quando arrediamo la nostra cosa può essere di grande aiuto rivolgerci ad un progettista dell'illuminazione che valuti come verrà utilizzato lo spazio, determinando la quantità di luce richiesta per le attività quotidiane. Il progettista illuminotecnico sceglierà i dispositivi illuminanti con attenzione, anche sulla base della quantità adeguata di emissione di luce; inoltre sceglierà in maniera corretta la posizione della luce, il comfort visivo in tutti gli angoli, tenendo sempre presente il design dell’appartamento ed il gusto del cliente. Certo, non sempre abbiamo a disposizione un progettista delle luci, quindi è bene specificare alcune regole che possono essere utili quando dobbiamo decidere quali lampade utilizzare per le nostre cucine.

Qualche regola d’oro

Una cucina dovrebbe essere illuminata con almeno 3 fonti di luci di diverso genere ed intensità, a seconda delle necessità del momento. La prima è una luce diffusa, che possiamo ricreare con una lampada a soffitto che illumini genericamente il pavimento e l’ambiente circostante. Questa illuminazione servirà unicamente per rendere luminosa la stanza, ma più dovremmo scegliere un'illuminazione dedicata alle zone di preparazione del cibo, come l’iso, il lavandino, il piano cottura e la zona frigorifero. Infine, possiamo scegliere delle luci dedicate a valorizzare il design della cucina, per esempio i controsoffitti, la cappa e in generale quegli elementi di pregio che vogliamo siano notati. Ovviamente la scelta del design si basa principalmente sullo stile di arredo, ma un’idea interessante per far interagire in maniera armonica i tre livello è quello di utilizzare una lampada centrale che illumini in maniera diffusa, dei faretti LED per le zone di cottura e preparazione delle pietanza e infine delle strisce LED per sottolineare gli aspetti architettonici della stanza.

Suggerimenti pratici per l'installazione delle luci

Quando installi un singolo apparecchio da semincasso o da incasso, un lampadario o una plafoniera è bene che questa venga posizionata direttamente sopra l'isola o al centro della stanza. Le luci ad incasso, come i faretti LED, dovrebbero sempre essere installate ad una distanza l’una dall’altra che sia più o meno la metà dell'altezza del soffitto. Per semplificare, se la stanza ha soffitti di 3 metri, la distanza tra un faretto a LED e l’altro deve essere almeno di 1,30 centimetri . Bisogna inoltre stare attenti a non proiettare ombre sui controsoffitti. Per evitare questo sgradevole effetto, le luci ad incasso possono essere installate nel controsoffitti in modo che siano posizionate a pochi centimetri dal bordo anteriore

Alternative per la “zona lavoro”

Abbiamo accennato alla possibilità di installare dei faretti ad incasso, ma una buona soluzione possono essere anche le lampade a sospensione che andrebbero posizionate idealmente direttamente sopra i lavandini, il piano cottura/lavoro e il tavolo da pranzo. Ma, ovviamente, questo è possibile solo se disponiamo di un’isola centrale completa di elettrodomestici. Se abbiamo questa disposizione, una soluzione di grande impatto sono le lampade a sospensione in stile industriale, magari colorate secondo lo stile della cucina. Oggi in commercio se ne trovano diverse, anche in colori pastello. La lunghezza delle lampade a sospensione dovrebbe essere ben studiata, per evitare che arrivi troppo vicino al punto di illuminazione, quindi calcoliamo una distanza di circa 50/60 cm dal piano di lavoro.

Strisce a LED: grande impatto e minimo sforzo

Le strisce LED sono un bel risolutivo, perché se usate con cura, risultano molto eleganti e nello stesso tempo funzionali. Hanno la grande qualità di essere molto flessibili e possono essere posizionate sia sopra le scaffalature superiori che inferiori, oppure possono essere anche studiati per illuminare parti specifiche della nostra cucina, come per esempio la vetrinetta per i vini, gli espositori di oggetti, e addirittura dentro i mobili della dispensa così da facilitare il recupero di utensili, cibo, pentole e padelle o i prodotti per la pulizia che conserviamo all'interno. Però è necessario che siano installate in posizione corretta e con precisione, perché i corpi illuminanti come le strisce a LED, proietta un “raggio” di luce che sarà meno luminoso sui bordi e più concentrato e diretto nella parte centrale. Si rischia quindi un effetto strano e poco luminoso. Quando installiamo le e strisce a LED all’interno degli scaffali, invece, dobbiamo posizionarli a circa 2 centimetri di altezza e esclusivamente nella parte anteriore, per evitare un effetto troppo intenso di luce che finirebbe per essere troppo disturbante.

Commenti

Nessun commento in questo momento!

Lascia il tuo commento

Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato January February March April May June July August September October November December